Drappi bianchi disegnano una scena a metà fra il quotidiano ed il sospeso. Siamo all'interno di una stanza, di una coppia e della sua storia. Soprattutto, siamo all'interno di una donna e dei suoi diversi volti, i suoi opposti, le discrepanze.
In scena due donne sono una e raccontano attraverso molteplici linguaggi (la parola, il corpo, la voce che intona) ogni singolo nodo del rapporto con l'altro, con quell'uomo tanto desiderato agognato e rincorso eppure distante: la relazione e le sue dinamiche viste dall'interno di una donna, dal suo punto di vista esistenziale che trascende il piano del semplice vissuto per abbracciare quello universale.
Ispirato all'analisi lucida di Gabriel García Márquez nel suo "Diattriba d'amore contro un uomo seduto", lo spettacolo si snoda nello spazio circoscritto della stanza e nel tempo senza tempo di una eterna preparazione domestica; siamo partecipi del destino di una coppia e dei suoi molti volti, mentre la stessa si veste o meglio si denuda, in preparazione della festa per il quindicesimo anniversario, l'ultimo?
Oggetti, gesti, passi; lo svolgersi della vicenda riesce a comunicare la dimensione sempre mitica, sempre poetica e sempre assoluta che rimane viva e attiva nel senso della quotidianità che pure sembra così avulsa a volte, dalle mani del destino.
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