ISBN: 9788843038831
In breve
Un grecista studia qui antropologicamente il territorio, le pratiche e le idee – quelle cosiddette scientifiche – della sua 'tribù'. Esplicitando il proprio posizionamento, scettico nei confronti della cultura studiata (come dev'essere l'antropologo riguardo al suo oggetto di ricerca) e nonviolento (cioè desideroso di un mondo in cui lo studio non sia alienato dai bisogni sociali e i conflitti vengano gestiti costruttivamente), l'autore analizza il campo della grecistica e i modi in cui esso si struttura come ambito disciplinare, con i suoi miti, eroi fondatori, criteri di validità, stili di scrittura. L'approccio storico-filologico e le nozioni di metodo, confutazione, progresso, non meno di quelle relative ai contenuti disciplinari (autore, opera, frammento; ma anche filosofia, storia e via dicendo), risultano fare sistema, tra loro e con un preciso contesto tecnico (l'università) e politico (la nazione): solo dentro tale cornice, infatti, appare giustificato ciò che un osservatore esterno alla tribù avrebbe ragione di considerare un ammasso di credenze insostenibili. L'analisi intende sollecitare il lettore a interrogarsi su come si possa fare scienza in modo più consapevole: facendo attenzione agli effetti di potere insiti in ogni sapere, infatti, si potrà forse contribuire a ridurre la violenza nel mondo, spesso frutto della credenza ingenua nell'ovvietà del proprio modo di pensare.
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