In questo ventennio ricco di attività culturali, il Centro C. G. Jung ha portato a Riccione molti intellettuali importanti, sempre all’insegna dell’amore per la conoscenza e dell’interdisciplinarietà. Ai numerosi convegni ai quali ho avuto il piacere e l’onore di offrire i miei modesti contributi, filosofia politica, etnomedicina, medicina orientale, grafologia, psicoanalisi e molte altre discipline ancora andavano, per così dire, a braccetto sotto gli occhi di un pubblico sempre attento e partecipativo. Come testimonia più in generale il successo reiterato dei vari festival culturali sparsi lungo la penisola, la sete di conoscenza del pubblico, contrariamente a quanto si sente sovente dire, è notevole. Niente di strano se si pensa all’elevata soddisfazione che scaturisce dal complesso atto psichico del comprendere, ovvero del prendere con sé, del farsi depositari, come moderni dadofori, di qualche fiaccola di luce. Quell’antico quanto specifico bisogno di luce dell’uomo ha trovato degno sostentamento negli sforzi profusi in questi anni dagli amici di questo Centro, tra cui una menzione particolare meritano certamente Marco Travaglini e Tony Bortolotti. Alcune figure abituali poi, come per esempio il compianto Nino Nava, così come certe voci esperte del pensiero e dell’opera del grande psicoanalista svizzero Carl Gustav Jung, hanno lasciato una impronta caratterizzante ed indelebile alle tante attività del Centro, senza mai tuttavia prodursi in una sorta di esclusività di pensiero che sarebbe stata antitetica nonché fuori luogo rispetto al proposito fondante.
Se si volesse isolare qualche filo conduttore tra le varie attività profuse dal Centro, opterei per il grande tema post-moderno del ritorno alla Natura, in tutte le sue declamazioni. Sarebbe probabilmente più preciso e giusto parlare di riconnessione tra Uomo e Natura, esigenza più che mai attuale se si considera l’incresciosa situazione di squilibrio ecologico e psicologico in cui versa l’uomo moderno. Questo tema rientra chiaramente in quell’importante cambio di paradigma in corso che va sotto il nome di reincanto del mondo. Tale è stato, mi pare, globalmente parlando il senso più o meno esplicito di questo Centro. Ne testimoniano eventi quali per esempio la pubblicazione del volume Alla scuola dell’albero: crescere secondo Natura, la mostra di Arte Naturale allestita al Palazzo del Turismo messo a disposizione dal Comune di Riccione così come, non ultimi, i numerosi interventi sul tema durante le varie edizioni del tradizionale convegno annuale. Infine, il presente opuscolo commemorativo, al di là dell’ovvio piacere legato ai tanti ricordi ivi presente, testimonia il fatto che nell’inconscio nulla sparisce, ma tutto si trasforma. Così, molte cose che sembrano ormai fantasmi del passato in realtà aspettano il kairos, il momento opportuno per rinascere sotto altre forme, proprio come il seme apparentemente dormiente si riattiva quando si presentano le condizioni propizie legate al terreno e al clima. D’altra parte, mi sia permesso concludere questa breve introduzione con l’auspicio che questa lettura possa fornire a nuovi protagonisti lo stimolo per riprendere il relais e proseguire questa bella avventura culturale, intellettuale e animica.
Antoine Fratini, psicoanalista
Académie Européenne Interdisciplinaire des Sciences
66 pages