Ci sono cose che non si possono prevedere né fermare. I terremoti, ad esempio, come quello terribile che recentemente ha scosso la Turchia e la Siria, provocando la peggiore catastrofe umanitaria di cui si ha memoria. O come non si può prevedere, nella quotidianità che ci appartiene, la morte improvvisa di una persona cara che sconvolge e lascia un inesorabile vuoto. Ma ci sono cose che se è possibile prevedere si possono anche fermare e a questa specie appartengono i conflitti. Siamo entrati già nel primo anno di guerra in Ucraina e nessun segno di distensione, di favorire un dialogo di pace. E la guerra che distrugge preziose vite umane, mette in pericolo anche quelle opere che dell’uomo sono il segno tangibile della bellezza.
La bella mostra allestita alle Scuderie del Quirinale, fino al 10 aprile, è il racconto di tante storie e delle persone che le hanno scritte sulla sia di un unico fil rouge: salvare il nostro patrimonio artistico durante la Seconda Guerra Mondiale. E il pensiero non può che andare al loro coraggio e oggi più che mai anche a quell’articolo 11 della nostra splendida Costituzione che recita il ripudio alla guerra. A tutte le guerre. Perché come sosteneva Gino Strada «La guerra è la più grande vergogna del genere umano. Se la guerra non viene buttata fuori dalla storia degli uomini sarà la guerra a buttare fuori gli uomini dalla storia». Le guerre rappresentano sempre un fallimento della buona politica e del buon governo e a farne le spese sono sempre i più deboli, bambini in primis, che rappresentano anche il futuro dell’Umanità. Un ringraziamento doveroso va alla squadra di Arte e Luoghi, ai reportage bellissimi, alle storie di bellezza e sensibilità che qui sono custodite per essere donate a chi vorrà leggerci. E in questo febbraio, corto e amaro, un omaggio sincero alla comicità, alla poesia dell’attore e regista napoletano Massimo Troisi che il 19 febbraio avrebbe compiuto settant’anni e sembra incredibile che siano passati già ventinove anni dalla sua scomparsa. Ci ha lasciato troppo presto. Troppo. Ma con un’eredità immensa. Grazie Massimo. Buona lettura. (an.fu.)
98 pages
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